Da Tokyo nuove conferme sulla terapia a onde d’urto per la disfunzione erettile

La disfunzione erettile colpisce molti uomini ogni anno per cause diverse. L’avanzare dell’età e il conseguente degenero del tessuto e delle cellule è il primo fattore che può portare a sviluppare problemi di erezione.

Come si è già approfondito in diversi articoli (qui alcuni link: diabete, droghe e alcool, fumo, sindrome metabolica), la disfunzione erettile è soprattutto una complicanza derivata da altre malattie spesso anche gravi. Questi fattori determinano il livello di gravità della problematica e sono importanti per capire in anticipo l’efficacia della terapia medica, in particolare della nuova terapia che sfrutta le onde d’urto a bassa intensità per curare l’impotenza.

Da Tokyo nuove conferme sulla terapia a onde d’urto per la disfunzione erettile. Presentato l’ultimo studio sui fattori di età e sulla presenza di complicanze.

Il 3 Settembre 2015 è stato pubblicato sul Giornale Internazionale di Urologia uno studio clinico atto a comprendere l’impatto che l’invecchiamento dei tessuti e la presenza di una o più complicanze nel paziente, hanno sulla possibilità di risolvere la disfunzione erettile con la terapia a onde d’urto. I controlli sono stati eseguiti a 1, 3 e 6 mesi dopo la conclusione della terapia.

LA RICERCA

Lo studio è stato svolto dal dr. Shigeo Horie del dipartimento di Urologia dell’Università di Juntendo di Tokyo che ha sottoposto alla terapia pazienti affetti da disfunzione erettile, ma escludendo gli uomini con precedenti operazioni penili e/o con patologie neurologiche. I pazienti presi in esame sono stati infine quelli con una disfunzione erettile media e severa non richiedenti medicazioni particolari.

In totale sono stati trattati 56 pazienti. Di questi, 21 con ipertensione, 10 con diabete mellito di tipo 2, 5 con problemi ischemici al cuore e 13 con iperlipidemia. I pazienti sono stati sottoposti alla terapia con l’ED1000 della Medispec, una macchina generatrice di onde d’urto a bassa intensità. L’equipe del dr. Horie ha seguito il protocollo standard applicando le onde d’urto in 5 punti del pene: 3 sulla lunghezza e due sulle crura (ai lati della base). I medici hanno applicato 300 onde d’urto da 0.09 mJ/mm² per tre minuti in ogni punto, con una frequenza di 120 onde d’urto al minuto. Per quanto riguarda l’applicazione sulla lunghezza del pene, è stato effettuato su un unico lato, in quanto le onde d’urto sono in grado di raggiungere entrambi i corpi cavernosi. Il periodo di trattamento è stato di 9 settimane diviso in tre settimane alla volta, due sedute a settimana, senza ulteriori trattamenti aggiuntivi.

I RISULTATI

I risultati riscontrati hanno mostrato un netto miglioramento della funzione erettiva appena un mese dopo la fine del trattamento. Questi punteggi positivi sono stati mantenuti dai pazienti anche nei 6 mesi successivi. In particolare nei pazienti senza alcuna complicanza è stato registrato un miglioramento nei punteggi del 70%, mentre per i pazienti con complicanze l’efficacia della terapia è stata diversa per le varie situazioni ma con dei grossi miglioramenti nei diversi gruppi: pazienti affetti da ipertensione, pazienti diabetici, pazienti con problemi ischemici e ei pazienti con iperlipidemia. Per tutta la durata del trattamento nessun paziente ha provato dolore o mostrato qualsiasi tipo di effetto collaterale. I ricercatori hanno voluto suddividere i pazienti in diversi 4 gruppi in base a età e quantità di complicanze: minori di 65 anni con 2 o meno complicanze, minori di 65 con 3 o più complicanze, maggiori di 65 anni con 2 o meno complicanze e maggiori di 65 anni con 3 o più complicanze. Di questi 4 gruppi solo i pazienti con meno di 65 anni e 2 o meno complicanze hanno mostrato parametri di miglioramento continuo fino al sesto mese di controllo. Per gli altri gruppi il miglioramento ha avuto un rallentamento più o meno breve nei successivi 5 mesi al primo controllo, ma sempre chiudendo in positivo rispetto al punto di partenza.

Da questi risultati si evince che una più giovane età è un fattore predittivo importante per l’efficacia della terapia. Infatti le cellule di un corpo più giovane rispondono meglio alle stimolazioni delle onde d’urto per indurre la vasodilatazione e l’angiogenesi. Anche la gravità della disfunzione erettile: meno è grave la problematica e più sarà facile avere un grosso miglioramento, mentre per una disfunzione erettile severa i risultati saranno più contenuti, ma comunque positivi. La gravità della disfunzione erettile è collegata alle complicanze come ipertensione, diabete, iperlipidemia e problemi alle arterie coronariche. Avere più complicanze è un fattore negativo per l’efficacia della terapia, che avrà bisogno di più sedute per raggiungere lo stesso risultato di chi ha meno o nessuna complicanza.

I dati dell’equipe giapponese hanno mostrato l’efficacia della terapia a onde d’urto a bassa intensità per la disfunzione erettile e hanno potuto valutare i fattori predittivi del suo successo. Infatti la vasodilatazione e il fenomeno di angiogenesi dei corpi cavernosi, sono meccanismi indotti da questa terapia che si possono registrare. Le onde d’urto producono un numero significativo di nuovi vasi sanguigni e inducono la proliferazione di cellule nucleari antigene.

LA TERAPIA

La terapia extracorporea con onde d’urto, prima applicata a urolitiasi del tratto urinario superiore, è una procedura comune nel campo urologico. Successivamente è stata introdotta rispettivamente nell’ortopedia e nelle discipline cardiovascolari per il trattamento delle condizioni muscolo-scheletriche dei tessuti molli e dei danni ischemici alle arterie coronariche. Il meccanismo alla base dell’efficacia dell’onda d’urto per la malattia ischemica è la vasodilatazione e l’angiogenesi. Recentemente l’applicazione delle onde d’urto a bassa intensità è stata introdotta come trattamento efficace e nuovo per la disfunzione erettile. Il primo trial randomizzato di qualche anno fa, ha mostrato un’eccellente superiorità riportando più della metà dei pazienti, in grado di avere di nuovo un’erezione sufficiente per la penetrazione.

Il trattamento a onde d’urto è stato applicato a diversi problemi clinici relativi all’ischemia o al basso flusso arterioso. Diversi trial hanno mostrato l’efficacia delle onde d’urto nel trattare i problemi alle arterie coronariche. Il trattamento a onde d’urto è meno invasivo e sicuro rispetto ai normali trattamenti, come la chirurgia, ed è facilmente applicabile ai pazienti fortemente compromessi con complicanze severe che non possono assumere tranquillamente i farmaci in commercio per via dei molti effetti collaterali (Via#ra, #evitra e #ialis). Inoltre è già stata dimostrata l’efficacia di questa terapia in diversi studi per tutti i pazienti non rispondenti alla terapia farmacologica con inibitori PDE5. Nei pazienti diabetici le onde d’urto a bassa intensità rigenerano i nervi neurologici, incrementano il tessuto endoteliale e regolando il muscolo contenuto nei corpi cavernosi.

LA TERAPIA E IL DIABETE

L’uso degli inibitori PDE5 ha sì rivoluzionato il trattamento per la disfunzione erettile, ma oltre il 15% dei pazienti non reagisce al trattamento. La disfunzione erettile diabetica, ad esempio, risponde meno agli inibitori PDE5 e dipende molto dalla sua severità. Infatti di tutti i pazienti diabetici con due o più complicanze legate alla malattia, solo il 40% risponde agli inibitori. Fino ad oggi, dispositivi a vuoto, iniezioni intracavernose e protesi sono rimaste le soluzioni per questi pazienti, tuttavia questi trattamenti sono invasivi e con un tasso di interruzione della terapia molto alto. Questo ultimo studio ha sottolineato, insieme a tutti quelli svolti in precedenza (ad esempio questo: link), come la terapia a onde d’urto a bassa intensità può essere una terapia di primo livello per chi soffre di disfunzione erettile e una terapia di salvataggio per i pazienti che non rispondono ai farmaci. Questa terapia può trattare approssimativamente più del 60% dei pazienti con una disfunzione erettile di gravità media e può rivelarsi una terapia di salvataggio per i pazienti anche più gravi.